Che ruolo possono avere le nuove tecnologie e la tele-psicologia nel migliorare l’accessibilità e l’appropriatezza dei trattamenti per ansia e depressione?

23/08/2022 · News

Il termine e-mental health viene utilizzato per riferirsi all’impatto e alle possibilità dell’impiego delle nuove tecnologie negli interventi relativi ai disturbi mentali. Esso risulta più appropriato di “telepsicologia” o “telepsichiatria”, che limitano l’ambito degli interventi a specifici punti di vista. 

Il numero di esperienze e di protocolli di ricerca basati sull’e-mental health ha avuto, in particolare negli ultimi anni, un incremento esponenziale. Questo è da attribuirsi alla crescita e all’influenza che le relazioni a distanza e le comunicazioni, in generale, hanno assunto nel processo di globalizzazione seguìto all’introduzione di Internet. A questo va aggiunta, per quel che riguarda il 2020, l’effetto della crisi sanitaria e della minore accessibilità ai servizi che ha fortemente incrementato queste modalità (American Psychiatric Association, 2020a).

Pur necessitando di ulteriori evidenze, vari autori ritengono dimostrata l’efficacia e la sostenibilità (in termini di risorse/efficacia) delle terapie online (Lokkerbol et al., 2014; Sztein et al., 2013). Ad esempio, la c-CBT (Computerised Cognitive Behavioural Therapy) è risultata più efficace della condizione “lista d’attesa” nella riduzione dei sintomi depressivi. Altri autori hanno dimostrato che gli interventi psicologici online consentono di ottenere esiti clinici comparabili a quelli osservati a séguito interventi psicologici erogati in persona (Vis et al., 2015). Positivo appare anche il rapporto costi/benefici. L’aderenza a tali terapie sembra essere buona, soprattutto nei soggetti con sintomi di depressione più elevati; Fuhr et al. (2018) hanno osservato che l’aderenza era associata positivamente all’esito del trattamento a distanza di 12 settimane. Tuttavia, altri lavori sembrano non condividere questa valutazione registrando, in riferimento alla c-CBT, un effetto benefico solo a breve termine e un elevato rischio di drop-out al trattamento (So et al., 2013); tali risultati sono stati replicati anche da studi che hanno confrontato efficacia della c-CBT con prestazioni tipicamente erogate del medico di famiglia (Gilbody et al., 2015; Littlewood et al., 2015). Alcune ricerche, inoltre, hanno documentato l’efficacia di interventi web o mobile based limitatamente alla cosiddetta depressione sotto-soglia (Ebert et al., 2018). Recenti meta-analisi hanno mostrato come l’auto-aiuto guidato online (Karyotaki et al., 2017, 2018) comporti dei benefici per le persone che presentano sintomi depressivi, pur tuttavia documentando l’esistenza di vari ostacoli che ne impediscono l’implementazione nella pratica clinica (Vis et al., 2018). Al momento quindi la ricerca si sta concentrando sullo sviluppo di protocolli di trattamento integrati che combinino la terapia in persona con moduli di trattamento online (Kooistra et al., 2019). Relativamente all’Italia, solo recentemente (Favaretto & Zanalda, 2018) la letteratura ha manifestato un più vivo interesse e riportato esperienze anche in conseguenza della situazione di emergenza sanitaria secondaria alla pandemia che sembra avere favorito l’uso di strumenti a distanza (Barlati et al., 2020; Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19, 2020c).

(dalla ‘Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione’ (2022) promossa dal Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità).